venerdì 4 dicembre 2015

flusso di incoscienza

Mi rammarico per non aver più pubblicato nulla di socialmente inutile. In cuor mio so, che essendo inutile, non ne avrete sentito la mancanza.
Queste pagine virtuali che non interessano ad alcuno, servono più a me che ai lettori inesistenti.
Più invecchio, pur essendo ancora giovane, più divento cittadina attiva, più mi chiedo cosa voglia dire essere cittadini attivi. Vuol dire fare qualcosa di concreto nella propria città, nel proprio quartiere oppure semplicemente informarsi? Fare delle scelte consapevoli? Quindi, se scelgo consapevolmente di fregarmene sono cittadino attivo comunque? Non so.
Viene sempre più difficile attivarsi per gli altri, quando la maggior parte delle persone sono degli ingrati. Volendo potete fare un esperimento, prendete un gruppo di 20 persone. Lasciate loro decidere quali siano le priorità per vivere al meglio, non riusciranno mai a mettersi d'accordo. A quel punto, si può pensare che per fare la cosa più equa,  dovranno eleggere 5 persone per prendere le decisioni per loro. Ebbene, si voterà. Le cinque persone prenderanno in mano la situazione e decideranno come muoversi per vivere al meglio. Le 15 persone tutte quante si lamenteranno.
Questo è un esempio stupido e semplicistico, ma è quello che accade, nella quotidianità. Notare che nel mio esempio non ho parlato di politici corrotti, ma di cinque persone che, ipoteticamente, lavorano per il bene comune. Le persone si lamentano sempre, anche quando l'amministrazione cerca di fare del proprio meglio per i propri cittadini. La nostra situazione, a livello nazionale è ben diversa. Purtroppo la corruzione dei nostri politici è ben risaputa in tutto il mondo.
Ma secondo voi, nella nostra società, chi è che si lamenta più di tutti? La persona con disabilità che vive con una pensione di 250 euro al mese? La persona con una malattia psichiatrica che molto probabilmente trascorrerà la propria vita in una comunità protetta perché lo Stato non ha nessuna intenzione di incentivare e sostenere l'autonomia e l'indipendenza delle persone? Si Punta sempre all'assistenzialismo. È giusto così. Gli handicappati e i dementi devono rimanere emarginati.
Pardon. Chiedo scusa. C'è differenza. La psichiatria è di competenza sanitaria. La sanità è di competenza regionale. La regione non ha un soldo. Deve tagliare. Quindi? Dove si taglia? Quanti sprechi nella sanità! Quindi cosa facciamo? Tagliamo nella psichiatria, in fondo, sono tutti dementi quelli lì. Non hanno diritto di riprendere in mano la propria vita e diventare/tornare autonomi. Mi sembra un ragionamento che dal punto di vista economico non fa una piega. Mi sembra giusto. Qui si parla di soldi, non di persone.
Passiamo ora agli handicappati. Down, autistici tutti uguali quelli lì. Tutti ritardati. Che ci pensi la famiglia. Che ci pensi il servizio assistenziale. Loro non faranno mai nulla nella vita. Non meritano come quelli sani, di una vita normale. Eccheccavolo! Quindi, non ci sono soldi. Quindi facciamo che tagliare anche lì. Tagliamo i fondi. Tagliamo le pensioni. Affiliamo le forbici e tagliamo le loro vite.
Mai una volta, mai una volta che ci sia posti la domanda "ma se anche loro fossero autonomi? Se venissero riconosciute come persone con delle competenze, quale contributo potrebbero dare alla comunità?". Vorrei dare pienamente la colpa alle poltrone romane, ma peccherei di semplicismo. Tutta questa faccenda è culturale e nessuno si è mai preso seriamente la responsabilità di fare qualcosa in merito.
Ecco. L'amministrazione locale deve anche fare fronte a questi problemi. Se lo si fa, però, le persone "normali" si lamenteranno. Perché i normali, sono troppo normali. A loro non è richiesto che la lingua sia collegata con la materia grigia. I normali possono lamentarsi. E si lamentano del crocifisso. Si lamentano che la strada riasfaltata è quella sbagliata (dopo anni e anni che non si riasfaltavano le strade). Si lamentano delle scuole che vengono mantenute aperte ma da una cooperativa (come se il sociale non fosse in mano dalle cooperative dalla notte dei tempi). Si lamentano di qualsiasi cosa. È un loro diritto farlo. E lo fanno. E lo faranno sempre. Faccio una precisazione, molti non si lamentano. Sparano sentenze. Criticano. Ma secondo voi, le critiche come sono? Ve lo dico io come: distruttive e inutili. Inutili perché non danno consigli su come si potrebbe lavorare meglio. Non lo fanno e sapete perché? Semplice, non ci sono alternative. Il problema è che il loro ego è così grande che non ammetteranno mai che un'amministrazione possa agire bene. Dovranno sempre trovare qualcosa che non funziona, così da sentirsi sempre più grandi, così da avere visibilità.
Ma io ora faccio parte della casta. Sono diventata sporca. Sono diventata corrotta. Sono uguale a quelli là che sono nelle poltrone romane.
Sono passata dall'altra parte della trincea. Sono passata al nemico. Quindi non credete più alle mie parole. Sono una politicante e quindi sono bugiarda.
Intanto, le persone normali pensano ai loro problemi normali. Urlano contro i clandestini e sputano sui dementi e sugli handicappati.
Questa è la nostra società.
Quello che mi rincuora è che ci sono tanti ragazzi che mettono a disposizione il proprio tempo per gli altri. Mi rincuora vedere persone attive in associazioni per cambiare questa società.