mercoledì 16 marzo 2011

Ebbene Signore e Signori, ragazze e ragazzi, siamo lieti questa sera di presentarvi il 150° anniversario dell'unità d'Italia!
Non preoccupatevi, è solo finzione. Suvvia non crederete che sia veramente unita? Come fa una Nazione a essere unita quando i cittadini tifano per un partito politico come fosse una squadra di calcio? Non crederete mica che sia una Nazione questa?
I cittadini che vedono ciò che accade e agiscono sono in netta minoranza quindi che fare? Che vuoi fare? Una guerra civile? Sventolare una carta che ben pochi conoscono.
E' stato una lavoro accurato e ben riuscito. Meno finanziamenti alla scuola, riforme scolastiche che l'hanno svuotata di ogni valore. Tutto questo aveva un fine preciso: istruire all'imbecillità.
Tranquilli, non è solo questo. C'è anche la tivì! Programmi che rincoglioniscono, notizie sfalsate, talk show dove viene resa pubblica la vita di famiglie che hanno subito un lutto. Non c'è più distinzione tra pubblico e privato. Il tutto per farci smettere di pensare, per allontanarci dalla politica. Loro, i politici, questo lo sanno bene, sanno che il potere è nostro, 1° articolo della Costituzione: l'Italia è una Repubblica Democratica fondata sul lavoro, IL POTERE APPARTIENE AL POPOLO che lo esercita nei limiti della Costituzione. Dunque secondo questa logica, noi deleghiamo i politici perché facciano funzionare questo Paese, se non lo fanno dovrebbero essere licenziati. La delega puoi darla e anche riprendertela.
Facciamo un applauso ai politici perché sfruttano la politica per i loro comodi, e noi, da bravi caproni, nulla, hanno agito bene. La tivì svogle bene il suo compito e anche la scuola.
Tanti auguri per questi 150 anni, di cui gli ultimi 30 per distruggere ciò che i nostri padri hanno costruito, lottando, morendo. Si sono sacrificati per noi, per un ideale di libertà, già, la libertà. Una libertà che noi stiamo rinnegando.