mercoledì 6 maggio 2009

Le memorie di una Pazza


È un periodo in cui scrivere mi riesce difficile, anche se la mia lingua è come una lama ben affilata, perché come miglior difetto è l'incapacità di creare silenzio, intontendo chiunque mi stia vicino.
La mia paura è di mantenere queste pagine virtuali vuote, perché la paura è di arrivare a un punto in cui io sia vuota, ovvero guardarmi dentro e vedere solo un fegato mal ridotto, due polmoni neri che respirano a fatica, un cuore che batte lentamente e del sangue parzialmente anemico.
L'angoscia di essere mentalmente sana, di essere parte integrante di questa società che ogni giorno rinnego, che ogni giorno cerco di sconfiggere e di cambiare, in modo che sia più giusta e soprattutto in pace. Per questo ho copiato il titolo di Flaubert colui che fu arrestato per un romanzo considerato amorale, al giorno d'oggi sarebbe semplicemente realistico, descriverebbe la mentalità del 90% delle donne che io ho incontrato nel mio percorso. Anche lui ebbe delle memorie, anche lui fu pazzo.
Pazienza gli pagherò i diritti d'autore, oppure perché no, chiedere alla nostra compagna di viaggio, Vero, di chiederli in tribunale insieme agli alimenti. Ebbene pure lei ormai andrà nello stesso bagno con la Lussuria, insieme sventoleranno la bandiera rossa cantando Bella Ciao.
Io sospettavo che nella famiglia più amata d'Italia qualcuno rosso esistesse, ed ecco qui la conferma! Per evitare equivoci, il mio è puro e semplice sarcasmo per un argomento in cui il mio interesse è meno di 0.
Ma se davvero i sani fossimo noi e i pazzi loro? I conti non tornerebbero i manicomi sarebbero inefficienti oppure privi di esistenza, ma ora che ci penso i conti non esistono..sono spariti con l'arrivo del Novecento, o meglio, sono diminuiti.
Intanto viviamo questo momento, questo pezzo di storia con la speranza (sì proprio la solita speranza che forse potrebbe anche diventare qualcosa di concreto una volta tanto), che prima o poi fioriscano le rose.

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